I giovani e i pericoli di internet: il cyberbullismo.
In questo articolo cercherò di tracciare un breve prontuario per genitori ed insegnanti che sempre più spesso si trovano ad affrontare il fenomeno del cosiddetto “cyberbullismo”.
Vediamo insieme cos’è…
Con la grande diffusione degli smartphone e la nascita di social network quali Facebook e Instagram lo spazio virtuale ha acquisito un potentissimo aspetto relazionale, dovuto anche al fatto che le nuove tecnologie hanno eliminato le consuetudini spazio-temporali permettendo a chiunque di comunicare in qualsiasi momento. È sotto l’occhio di tutti come le nuove generazioni siano state influenzate dall’avvento della tecnologia, tanto da essere definiti come la generazione dei “nativi digitali” ovvero coloro che sono nati in una casa connessa alla rete in una società a sua volta connessa alla rete. I nativi digitali non concepisco la rete solo come un mezzo o uno strumento da utilizzare bensì ne sono talmente immersi da considerarla un aspetto fondamentale e irrinunciabile della propria vita. Questa nuova realtà “relazionale” porta con sé, oltre che indiscutibili vantaggi, anche una serie di nuovi rischi comportamentali come quelli del cyberbullismo che viene definito come un atto aggressivo, prevaricante o molesto compiuto tramite strumenti telematici. Come nel bullismo “classico” i soggetti coinvolti sono principalmente il bullo/i e la vittima/e ma a differenza di quest’ultimo è facile immaginare come la platea degli “spettatori” sia amplificata e sostanzialmente fuori controllo; platea che a sua volta potrebbe dividersi e mutare come “complice del bullo” oppure, più fortunatamente, in sostenitori/aiutanti della vittima. Inoltre la possibilità di potenziale anonimato offerta dalla rete rende queste prevaricazioni più facilmente replicabili e continue nel corso del tempo.
Piccoli accorgimenti e campanelli d’allarme…
- Insegnare ai ragazzi a non fornire MAI dati personali in rete, se non sotto la supervisione di un adulto responsabile e/o per determinati scopi.
- Tutelare la propria immagine da condivisioni incontrollate.
- Abituare a raccontare quello che succede (o si è visto) in rete senza essere giudicanti o trasmettere ansia e preoccupazione.
- Essere consapevoli delle proprie emozioni on-line.
- Non rispondere alle persecuzioni o alle minacce ma salvare i messaggi o i contenuti “fastidiosi” per poi condividerli con l’adulto di fiducia.
Attenzione se: - il proprio figlio modifica in maniera improvvisa l’uso del pc o dello smartphone.
- Si allontana o si isola quando riceve una chiamata o utilizza i social network.
- Consuma molto più velocemente del solito il credito o il traffico dati (“giga”)
- Manifesta ansia o irritabilità quando il cellulare squilla
- Notate che sono stati modificati i ritmi sonno/veglia.
Cosa fare se…
- Si è genitori di una vittima: l’indicazione più importante è quella di prendere con serietà i timori e le paure del figlio e rassicurarlo, anche se stiamo assistendo a eventi che potremmo definire “normali”, saremo così sicuri che in futuro, nell’eventualità di fatti più gravi, il bambino o il ragazzo sarà in grado di chiedere ancora aiuto senza isolarsi o tentare di risolvere da solo. Una maggior attenzione all’ambiente scolastico, anche con il diretto contatto con gli insegnanti, e ad ulteriori cambiamenti d’umore possono essere delle buone pratiche di prevenzione e aiuto.
- Si è genitori di un “bullo”: Osservate le reazioni di vostro figlio di fronte alla frustrazione facendo contemporaneamente attenzione al vostro linguaggio e al vostro comportamento. Parlate apertamente di eventuali preoccupazioni che avete nei suoi confronti e stimolate la sua empatia facendogli capire cosa si prova ad essere aggrediti ripetutamente (per questo posso venire in aiuto anche delle semplici letture da condividere). È importante valorizzare e rinforzare gli aspetti positivi e costruttivi della sua personalità. Spesso attaccare la fragilità degli altri può voler dire temere la propria…ditegli che gli volete bene ( è stato dimostrato che un figlio che mette in pratica atti di bullismo convive spesso con questo dubbio!).
- Si è insegnanti: Creare in classe un clima che permetta di parlare apertamente dei problemi vissuti dagli alunni senza alcun giudizio, favorire l’ascolto empatico. Aumentare il controllo nei momenti di vita scolastica poco strutturata (ad es. la ricreazione) e diffondere consapevolezza sulle tematiche di prevenzione del bullismo senza però fare riferimenti personali o a casi noti.
In ogni caso, se si è venuti a conoscenza di episodi di cyberbullismo è buona norma seguire in ordine cronologico le seguenti indicazioni:
- Cercare di avere una visione d’insieme più precisa possibile: cosa, chi e con che ruolo
- Ascoltare la vittima e stare calmi
- Bloccare l’autore delle aggressioni, segnalandolo
- Salvare su pc o il materiale che può fungere da prova e poi far cancellare dal telefono della vittima
- Se sono coinvolti dei compagni di scuola rivolgersi agli insegnanti
- Collaborare, ove possibile, con altri genitori coinvolti
- Non rimproverare o colpevolizzare la vittima
- Creare un’atmosfera che trasmetta sicurezza e protezione
- Essere pazienti
- Rivolgersi a figure specializzate per un aiuto psicologico professionale.
Bibliografia:
PAOLO FERRI: “I Nuovi Bambini” BUR, (2014)
MATTEO LANCINI: “Adolescenti Navigati” ERICKSON, (2015)
FEDERICO TONIONI: “Cyberbullismo” MONDADORI, (2014)
E. MENESINI, A. NOCENTINI, B.E. PALLADINO: “Prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo”, IL MULINO (2017)
GIUSEPPE RIVA: “Nativi Digitali”, IL MULINO (2014)
adolescenti cyberbullismo genitori giovani insegnanti internet prevenzione